Sul pavimento della cattedrale gotica di Chartres, in Francia, si trova questo bellissimo labirinto.
La sua forma è circolare e il diametro misura 12,87 m.
Per andare dall’ingresso indicato con A, al punto di arrivo indicato con B bisogna percorrere 261,5 m.
Vuoi raggiungere la saggezza? Vuoi diventare veramente abile in qualche arte? La musica, lo sport, la coltivazione dell’orto, la conoscenza delle persone, l’amore, la matematica,…?
Questo labirinto ti può insegnare molte cose. C’é un ingresso e il tuo obiettivo è arrivare al centro del labirinto. Ma poi devi saper tornare indietro, in questo mondo normale da cui sei partito. Solo in questo mondo infatti, ciò che hai imparato può essere utile per tutti.
Appena partito, la Via ti porta subito vicinissimo alla meta.
Ti sembra di essere già arrivato, basta fare un salto e sei al centro del labirinto.
Ma il salto è impossibile. Devi seguire la Via.
La Via ora si allontana un po’ dal centro.
Ciò che sembrava facile comincia a mostrare le sue difficoltà.
Ciò che sembrava conquistato, è perso.
Stai forse scoraggiandoti?
Vorresti rivederlo da vicino?
La Via ti porta nuovamente a sfiorare la meta.
Credi di essere quasi arrivato. Dopo tutto hai già fatto un bel pezzo di strada!
Ma ancora una volta non puoi entrare nel cerchio.
Inesorabilmente la tua presunzione è punita.
La Via ti porta lontano, ai limiti dell’universo.
Vedi il sole là in fondo, come una piccola stella.
La Via ti mantiene lontano dalla meta.
Devi sperimentare percorsi lunghi, freddi e difficili.
Ma il desiderio di raggiungere il tuo obiettivo aumenta.
Hai camminato abbastanza.
Hai affrontato e superato quasi tutte le difficoltà.
Sei ormai un esperto.
Ben pochi possono insegnarti qualcosa che tu non sappia già.
Improvvisamente, la Via, dai confini dell’universo, ti porta al centro dell’universo.
C’è solo una piccola deviazione, come una foglia su un ramo prima del fiore.
E’ un’illuminazione.
Ricorda la partenza.
Assomiglia all’arrivo, ma è tutt’altra cosa.
Alcuni si sono fermati ai primi passaggi
e continuano a guardare il fiore
credendo di essere arrivati.
Se vuoi arrivare devi percorrere tutta la strada,
non esistono scorciatoie.
Il viaggio di andata e ritorno in una animazione
(tratta da: http://www.geomancy.org/labyrinths/chartres/char-2.html)
Altri labirinti su cui meditare
Il labirinto della Basilica di San Vitale a Ravenna.
La strada da percorrere è quella nera.
Antico labirinto greco (cretese).
La struttura a spirale del labirinto cretese.
Note storico-mistico-filosofiche
Le seguenti note sono tratte da:
IL LABIRINTO DI CHARTRES di Emanuela Cella Ferrari e Devon Scott
Secondo Platone, il primo labirinto della storia umana sarebbe quello di Atlantide, fatto di cerchi concentrici alternati di terra e di mare, con la parte di terra unita da ponti. In Italia il più noto è quello attribuito a Porsenna, che si troverebbe nei sotterranei della città di Chiusi.
Da sempre il labirinto simboleggia un percorso interiore attraverso il quale lo spirito si può evolvere e innalzare ad un livello superiore. Il centro del labirinto, secondo Mircea Eliade, rappresenterebbe la sacralità. Il cammino tortuoso per arrivarci assumerebbe quindi una funzione di protezione del sacro nei confronti dei profani, essendone riservato l’accesso ai soli iniziati: la difesa di un luogo sacro, di un tesoro molto prosaico (fatto di denaro o di beni materiali) o spirituale (immortalità, virtù, elevazione al divino, conoscenza di sé).
Il labirinto è stato utilizzato anche come sistema di difesa alle porte delle città fortificate; per esempio, era tracciato sulle piante delle antiche città greche. Voleva simboleggiare la difesa della città o della casa che si considerava al centro del mondo. La difesa era rivolta sia verso gli avversari umani, sia contro le influenze malefiche.
Nel Medioevo le più famose rappresentazioni del labirinto si trovano sul pavimento delle cattedrali gotiche, tra cui quella di Chartres.
Interno della cattedrale di Chartres col labirinto
I percorsi del labirinto delle cattedrali, chiamati anche Chemins à Jérusalem, erano sostituti del pellegrinaggio in Terra Santa; bisognava percorrerli in ginocchio, con un rosario al collo, pregando per la salvezza della propria anima.
Un canonico della cattedrale di Chartres, Jean Baptiste Souchet, vissuto nel 1600, era convinto che il labirinto non fosse altro che “un gioco senza senso, una perdita di tempo”. Invece il labirinto è uno dei simboli più antichi e profondi che si conoscano ed in particolare i labirinti cristiani vogliono significare che la morte non costituisce la fine, ma la porta attraverso la quale l’uomo può giungere alla contemplazione della Gerusalemme Celeste.
Il labirinto di Chartres è uno dei meglio conservati ed è il più grande giunto dall’epoca medievale ai nostri giorni.
Complessivamente raggiunge il diametro di 12,87m, mentre il suo percorso interno è di 261,5m.
Il suo classico disegno circolare ha un’entrata, un percorso ed un punto di arrivo al centro.
Proprio al centro c’era una placca di bronzo, rimossa e fusa nel 1702 durante le guerre napoleoniche.
Secondo ciò che affermano gli esperti, questa placca avrebbe rappresentato Teseo che combatteva contro il Minotauro ed alle spalle dei combattenti Arianna con in mano il famoso gomitolo di filo.
La lotta tra Teseo e il Minotauro simboleggia la lotta tra bene e male: una lotta che si compie nella nostra anima, lungo il percorso che costituisce il labirinto della nostra vita. Una lotta che ha avuto inizio con il peccato originale di Adamo ed Eva, riprodotto in una vetrata posta nell’abside meridionale della cattedrale, proprio al di sopra del labirinto.
Il centro del labirinto verrà raggiunto da colui che è iniziato,
colui che, attraverso le prove, avrà dimostrato di essere degno di accedere alla rivelazione misteriosa.
Il labirinto ha anche un significato solare. Nella tradizione cabalistica ha una funzione magica ed è uno dei segreti attribuiti a Salomone; nella Bibbia ne viene descritto uno nel cortile davanti al Tempio di Salomone. Per questo motivo alcuni labirinti presenti nelle cattedrali, fatti da una serie di cerchi concentrici interrotti in alcuni punti, sono chiamati “Nodi (o labirinti) di Salomone”.
Secondo gli alchimisti il percorso conduce all’interno di se stessi , verso una specie di santuario interiore e nascosto. L’arrivo al centro introduce in una dimora invisibile, che ciascuno può immaginare secondo il proprio intuito.
All’interno di questo centro si opera una vera e propria trasformazione dell’io, che si afferma sulla via del ritorno,
nel passaggio dalle tenebre alla luce.
fonte articolo
Ringraziamo Gianfranco Bo per la gentilissima concessione
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