IL MANDALA
Il centro del Mandala è il centro del tempo. La concentrazione nella realizzazione di un Mandala fa tacere il dialogo estenuante dei dubbi interiori, placa ansia e tensioni quotidiane e riporta all’armonia, alla naturalità e al ritmo del cuore, troppo spesso perso nel frastuono generale. Inquietudine, insoddisfazione, angoscia, solitudine, desiderio o mancanza, si manifestano come sintomi di un disagio dell’anima che chiede di essere ascoltata. La meditazione è uno strumento per rilassare la mente e di conseguenza il corpo, per permettere al nostro organismo di funzionare meglio, di guarire meglio, di migliorare le sue prestazioni, attraverso l’energia che scorre più fluida.
La parola sanscrita Mandala significa centro o cerchio magico. È un’immagine simbolica nella quale convivono due forme geometriche fondamentali: il quadrato che indica l’armonia da raggiungere nel mondo materiale ed il cerchio che è la conseguente perfezione spirituale.
Il Mandala è un archetipo che nasce dall’anima umana ed esiste da sempre, compare infatti in ogni cultura, in tempi diversi, e rappresenta il modello della vita, ed è proprio questa la cosa meravigliosa: il Mandala funziona al di là della conoscenza ed intelligenza dei vari popoli, funge da memoria ancestrale.
Lo spazio all’interno del cerchio rituale diventa uno spazio sacro ed il solo gesto di disegnare il cerchio è considerato l’atto che mette in comunicazione con le divine armonie dell’universo. Rappresenta la continuità della vita e la ciclicità dell’esistenza. Disegnare un Mandala invita ad un percorso che porta alla scoperta delle proprie risorse interiori, delle proprie abilità e del proprio talento, esercita un’azione di riequilibrio tra corpo e mente, che induce ad un personale percorso per rafforzare le risorse individuali e le potenzialità inespresse.
Terapia con i Mandala
“Ogni cosa che fa il Potere del Mondo è fatta in cerchio. La volta del cielo è rotonda, e ho sentito che la terra è rotonda come una palla, e così sono tutte le stelle. Il vento, al massimo del suo potere, gira vorticosamente. Gli uccelli fanno il nido in forma circolare perché la loro è la nostra stessa religione. Il sole sale e scende lungo il cerchio. La Luna fa lo stesso ed entrambi sono rotondi. Anche le stagioni formano un grande cerchio nel loro trasmutare e sempre ritornano laddove furono. La vita di ogni uomo è un cerchio dalla fanciullezza alla fanciullezza e così è ogni cosa ove si muove il potere.”
[Alce Nero, sciamano della famiglia Lakota Sioux nell’America del Nord]
La parola Mandala deriva dalla lingua indiana sanscrita e significa “cerchio”. Non esiste al mondo un altro disegno simbolico così universale come il Mandala; compare in ogni cultura e in tempi diversi, dal Tibet lamaistico, all’induismo tantrico, al buddhismo Vajrayana tibetano, agli Indiani Navaho e del Sud-Ovest America. Il più antico Mandala fino ad oggi conosciuto è una “ruota solare” paleolitica scoperta nell’Africa del sud. Anche in natura possiamo ritrovare forme mandaliche: nella frutta, nelle pietre, nei fiori, tra gli alberi, nel cielo. Oltre ad essere disegnati, i Mandala vengono anche “vissuti” ed alcuni esempi possiamo ritrovarli in India con la danza del Mandala, tra gli indiani Navaho nelle pratiche di guarigione dove la persona viene posta al centro di un cerchio disegnato sul terreno, mentre in occidente l’idea del centro e del cerchio protettivo si ritrova in numerose danze popolari e nel girotondo dei bambini.
Vengono chiamati Mandala non solo le figure circolari ma anche le forme concentriche come quadrati e triangoli. L’importante è che rimangano presenti le caratteristiche principali: un centro dal quale l’energia viene emanata e una proiezione nello spazio-tempo. Nell’induismo e nel buddismo il disegnare un Mandala rappresenta l’universo, le sue origini e le relazioni tra le forze dell’universo e il divino ed è per questo considerata una pratica meditativa e contemplativa, che permette di crescere interiormente.
Il celebre psicoanalista svizzero Carl Gustav Jung che ha studiato per oltre vent’anni l’argomento, afferma che i “Mandala sono uno dei migliori esempi dell’operazione universale di un archetipo” cioè dell’azione di quei temi e schemi dominanti nella vita dell’uomo, che possiamo ritrovare in ogni cultura, impronte presenti nella psiche come un marchio di appartenenza ad una razza. Secondo Jung, durante i periodi di tensione psichica, figure mandaliche possono apparire spontaneamente nei sogni per portare o indicare la possibilità di un ordine interiore e dare espressione e forma a qualche cosa che tuttora non esiste, a qualcosa di nuovo e di unico.
Effetti e Benefici dell’utilizzo dei Mandala
L’utilizzo dei Mandala favorisce un raccoglimento interiore, ci aiuta a ritrovarci nel “qui ed ora” dell’esperienza, a ritrovare un equilibrio in un particolare momento o passaggio della nostra vita. Il Mandala è un’immagine di noi stessi che tramite la sua realizzazione è in grado di aumentare il nostro grado di coscienza e consapevolezza. Durante la sua realizzazione, gli aspetti frammentari dell’identità si ricompongono, favorendo il processo di individuazione cioè di “ampliamento della sfera della coscienza”. Mentre si costruisce il Mandala, l’uomo si concentra, si individualizza, esegue una ricerca interiore indispensabile perché si verifichi la catarsi, la purificazione.
Ecco perché in particolare con soggetti con disturbi dissociativi l’utilizzo costante dei Mandala come sostegno al percorso psicoterapeutico ha un effetto molto proficuo. Colorare Mandala si è dimostrato anche di beneficio nell’alleviare stati d’ansia. In generale, in ambito psicoterapeutico, si è dimostrato particolarmente utile nella cura di certe forme di nevrosi e di psicosi. In campo medico si è fatto uso terapeutico del Mandala nel trattamento del cancro; esso infatti rappresenta una via al ritrovamento dell’ordine e dell’energia, aspetti che si tendono a perdere quando si è malati. Laboratori con i Mandala, proposti ad alunni disabili come strumento contenitivo dell’ansia e stimolante della propria individualità e creatività, hanno favorito processi di integrazione ed espressione del sé. Colorare i Mandala è una attività molto utile anche per i bambini: le forme e i colori del Mandala sono un invito al gioco e permettono al bambino di concentrarsi, consentendogli di ottenere equilibrio e tranquillità.
Come realizzare un Mandala
Si può realizzare un Mandala utilizzando disegni preesistenti o Mandala creati a mano libera. Può essere realizzato con stoffe, colori, sabbia, terra colorata, polveri ed elementi presenti in natura. Può essere disegnato su carta o altri supporti, e lo si può conservare o distruggere una volta terminato e contemplato. Il tempo da dedicare dovrebbe essere di almeno un’ora in un ambiente calmo e silenzioso. Può essere utile prima di incominciare meditare per un certo tempo.
I Mandala a mano libera possono essere realizzati utilizzando compasso (non indispensabile), riga matita, carta e colori. Si decide liberamente se partire dal centro o dall’esterno e ci si lascia guidare dalle proprie emozioni e dal proprio istinto finché non si sente che il Mandala è terminato. Esistono diversi approcci a seconda del risultato che si vuole ottenere. Per chi è interessato, in italiano segnalo questa guida e in inglese quest’altra. Su Youtube è possibile trovare altre guide come ad esempio questa
fonte articolo
Grazie a Marco Turi per la gentile concessione
Tutto l’universo è un immenso Mandala formato da innumerevoli altri Mandala: l’occhio è un Mandala, così come il viso, la mano o il corpo; la luna e il sole sono due Mandala magici.
Ogni forma sulla quale si possa meditare o ci si possa concentrare, permette un periodo di distacco dal mondo circostante ed una maggior concentrazione su noi stessi.
Consigliati a chi soffre d’ansia: rilassano la mente, e favoriscono i poteri di chiaroveggenza e telepatia.
I Mandala si distinguono in genere per i simboli, gli archetipi, gli stati d’animo che rappresentano e per gli effetti terapeutici che riproducono.
Dipingere o colorare Mandala ci aiuta a scoprire in quale fase della vita siamo, in quale disposizione d’animo ci troviamo: tutti possono esprimersi attraverso i Mandala.
I Mandala servono per creare l’ordine interno, per ascoltare la voce interiore, per concentrarsi sul proprio sé e per esprimere la propria totalità.
Le forme mandaliche rafforzano la mente risvegliando i punti energetici della corteccia cerebrale e ripercorrono l’energia immagazzinata nel nostro corpo. Il Mandala è un ottimo percorso terapeutico, un’autodiagnosi, che può risvegliare parti assopite del corpo e della mente, se ci si abbandona alle sensazioni e libere associazioni attuate dal cervello.
Il Mandala evidenzia le varie forme della coscienza e il percorso da realizzare per poter raggiungere l’illuminazione. Evoca un percorso psicologico di esplorazione interiore e annulla tutte le dispersioni mentali che sviano la ricerca dell’equilibrio e della centralità. Eliminando le fluttuazioni del pensiero si concentra l’attenzione sul punto voluto, “riprogrammando” il cervello in maniera autonoma.
Il Mandala dei Sassoni dimostra come la tradizione celtica sia sopravvissuta alla conquista sassone. In questa spilla motivi sassoni convivono con motivi celtici. Sotto, il Mandala degli antichi Germani mostra come i popoli germanici (vedi rappresentazione nella ruota solare svedese Gotland), fossero uniti spiritualmente al Mandala, ritrovato ai tempi delle antiche tribù guerriere di Sciti, Goti, Sassoni e altri.
Una visione più moderna del Mandala è quella computerizzata: la maggioranza del mondo tecnologico si rifà in gran parte al Mandala, dal progresso della ruota nei suoi innumerevoli aspetti, al prodotto più recente del mondo polarizzato dei contrasti che rappresenta. Utilizzando il computer è possibile imitare anche gli antichi modelli di rosoni e vetrate, con esiti sorprendenti e una velocità stupefacente.
I Colori: il Blu
Il blu è il colore del cielo e dell’acqua, esprime ricettività, creatività e potere spirituale. Il blu apre la porta all’immaginazione, al sogno e all’inconscio. È molto rilassante e porta le qualità della decisione, dell’originalità e dello spirito organizzativo.
I Colori: il Giallo
Il giallo è il colore del sole, esprime allegria, rinnovamento e comunicatività. Rappresenta un intelletto molto sviluppato e la consapevolezza delle proprie responsabilità. L’oro rappresenta il contatto con il divino e il nero è lo spettro di interazione di tutti i colori.
I Colori: il Viola
Il viola favorisce la consapevolezza interiore, riflette dignità, nobiltà e rispetto di sé. È’ il colore della regalità. A livello psichico la sua qualità è in sintonia con visione e intuizione: il viola diventa l’artefice del destino umano. È il colore che rappresenta le capacità artistiche, la tolleranza e la considerazione.
I Colori: l’Arancione
L’arancione è estroverso e deciso, come il rosso, ma in modo più costruttivo. Riflette entusiasmo unito ad una vivacità naturale ed istintiva. Porta con sé fiducia in se stessi, forza e coraggio e un atteggiamento positivo nei confronti della vita.
I Colori: il Rosso
Il rosso è il simbolo del rinnovarsi della vita e del rafforzamento dell’energia vitale. Viene preferito da persone estroverse come segno della propria apertura, energia e attività. Il rosso profondo esprime il radicamento e la protezione dalle energia della terra, armonizza i chakra di base e combatte le carenze energetiche ristabilendo l’energia fisica. Aiuta tutti i tipi di paura legati alla sopravvivenza.
I Colori: il Turchese
Il turchese, in tutte le sue sfumature, incoraggia la comunicazione creativa del cuore, mantiene il flusso della comunicazione illuminata collegata alla parte sensibile dell’essere. Dona l’apertura necessaria per manifestare la propria creatività, per esprimersi direttamente dal cuore, liberandosi da paure e vulnerabilità. Incoraggia l’indipendenza e la capacità di assumersi la responsabilità dei propri sentimenti e azioni.
I Colori: il Verde
Il verde ci aiuta a trovare il nostro spazio e ad andare al cuore delle cose. Porta pace alle emozioni mediante la calma, il riequilibrio e la centralità. È il colore del chakra del cuore, che apre e calma; aiuta inoltre ad espandere la respirazione. Favorisce la sensibilità e ci collega alle verità del cuore. Instaura un contatto con la natura, gli alberi in particolare.
I Colori: il Rosa
Il rosa rappresenta il calore e l’impegno per amare noi stessi e gli altri, ci avvolge in un’atmosfera cordiale che ci aiuta a dare il meglio di noi. Porta benessere emotivo infondendo amore, cura e calore.
fonte dell’articolo
https://crescereleggendo.wordpress.com/tag/terapia-con-i-mandala/
ESPERIENZA CON I MANDALA
Vorrei testimoniare e condividere un aspetto particolare della pratica con i mandala così come attuato nelle sessioni meditative e di riarmonizzazione energetica da me praticate da lungo tempo cercando di interpretare la profonda e potente simbologia del mandala riattualizzandone le virtualità di viaggio interiore, di percorso di unificazione di corpo-parola-mente in profonda interconnessione con l’alterità delle relazioni e del cosmo.
Il mandala – particolarmente nelle rappresentazioni iconografiche della tradizione buddista vajrayana che tuttavia non ne esauriscono le declinazioni, sino alle interpretazioni junghiane – è stato infatti correttamente definito come “un cosmogramma, una raffigurazione dinamica dell’universo nel suo schema essenziale, nel suo processo di emanazione e riassorbimento” (G.Tucci) e contemporaneamente uno psicogramma, una mappa, una guida alla riunificazione delle energie psichiche nel centro dell’essere, nella caverna del cuore, nello spazio del Vuoto-Pieno: vacuità di ogni pretesa sussistenza dell’io separato e separante, coincidente con l’attingimento della pienezza della Realtà indivisa, di quella che Raimon Panikkar era solito definire armonia cosmoteandrica (tra cosmo, umanità e Dio, lo sfondo e l’abisso, condizione di possibilità di ogni interconnessione)
Nella fedeltà alla tradizione del mandala ed al suo potere di guarigione inteso come recupero dell’integrità psicosomatica e spirituale, della salute originaria nel cui etimo sono custoditi i sensi di “sano”, “salvo”, “integro”, “unificato”, il lavoro armonizzativo si focalizza particolarmente sull’attivazione pratica, corporea, incarnata di un ascolto poetico del mandala che ciascuno è a se stesso, in relazione profonda con il Tutto.
Il corpo, il mistero nascosto nelle sue fibre, nella sua struttura simbolica, aperta alla relazione ed allo stesso tempo arrischiata alla contrazione nevrotica e narcisistica, all’anestetizzazione verso la bellezza ed il terribile della vita – la Bellezza come vittoria sul terribile, cicatrice salvifica – è il luogo d’accesso, il varco per ogni cura. Una cura intesa appunto come ascolto profondo dei ritmi e delle parole corporee, del corpo come palinsesto. “Vi è un testo superficiale, visibile a tutti: la superficie della laguna. Ma nell’oscurità delle acque si narra in silenzio un’altra storia. Ogni tanto emerge, indossando maschere e parlando lingue sconosciute” (Rubem Alves). Lo psicanalista “selvaggio” Groddeck si rese conto che le malattie sono messaggi strangolati. Non sono accidenti che accadono al corpo ma ideogrammi scritti dal corpo stesso, nel disperato tentativo di essere udito e compreso. Ecco dunque profilarsi su questa base la possibilità di una pratica di ricreazione “poetica” del vivere ferito – e poietès, poeta è colui che crea, ricrea, rintraccia nessi perduti, si inoltra in quella foresta di simboli che è l’esistere creaturale.
L’agire e la parola poetica, simbolica, capace di unificare i nessi del nostro mandala interiore frammentato e manifesto nel corpo ammutolito, malato, sono parola e azione che procedono dal silenzio e che contengono il silenzio in sé. L’ascolto praticato in terapia, è preceduto ed accompagnato da un profondo stato di silenzio interiore che consente di udire i ritmi, le voci del corpo oltre le interferenze egoiche, anche e soprattutto dello stesso “terapeuta”. Lentamente, attraverso procedimenti di rilassamento, respirazione, meditazione si stabilisce un contatto intuitivo, un’empatia profonda, e le strutture del mandala interiore si dispiegano, prendono voce e narrano mondi molto differenti da quelli della semplice descrizione imposta dai condizionamenti e dai determinismi psicofisici abituali.
E’ a questo punto che viene alla luce lo stato di sofferenza, di disintegrazione dei costitutivi dell’essere umano nella sua promessa e premessa di pienezza. Sentieri interrotti dalle ferite dell’esistenza, dalla paura di un abbandono alla totalità della vita, di un Sì di totale accettazione dell’Essere contraddetto dalla volontà egoica, dalla contrazione del desiderio ( e dell’avversione) su una manciata di opinioni e parole non nostre, discorsi maledetti seminati in noi sin dall’infanzia che condizionano la percezione di noi stessi e dei nostri legami con la realtà.
Guarigione e poesia, guarigione come poesia in cui la Parola d’amore nascosta nella carne e costretta al silenzio dallo strepito delle passioni – sue versioni caricaturali – libera il suo canto, il suo incanto, cantando dentro di noi dei sogni inauditi, delle immagini fondanti, archetipi divini di liberazione che trasfigurano il grumo di tensione e di paura che definiamo “corpo” in quel “Corpo Eterno dell’Uomo che è l’Immaginazione” come ebbe a dire William Blake. Non si parla certo qui di maya, di illusione quanto piuttosto del suo aspetto trascendente, creatore della Shakti, della luce radiante delle energie che plasmano in noi il corpo di diamante, aprono all’esperienza della trasparenza del corpo umano con quello cosmico in una sola vibrazione. Una pratica di illuminazione e discioglimento dei nodi profondi, dei tracciati del nostro mandala seguendo una voce, un insegnamento, un ritmo che benedice nuovamente ciò che siamo nel profondo, lascia emergere la benedizione, la danza degli elementi che ci riplasma in una perenne nascita a noi stessi ed al mondo.
I cerchi concentrici del mandala, così come gli elementi geometrici del Chorten, il monumento spirituale del buddismo tibetano, rappresentano l’archetipo e l’architettura di una progressiva ascesa attraverso gli elementi di terra, acqua aria fuoco ed etere – cui corrispondono altrettante emozioni, sia nel loro aspetto oscurato ed egocentrato che in quello liberato ed assunto ultimamente nella Compassione universale – sino al loro riassorbimento nello spazio della vacuità di una consapevolezza senza alcun contenuto, Luce ineffabile ed Energia onniavvolgente. Non tuttavia un annichilimento delle differenze ma piuttosto la loro morte-dissoluzione in quanto elementi di separatezza per rigenerarsi in una trasparenza reciproca di ciascuno in tutti e di tutti nella danza della Cosciente Vacuità.
Come affermava il grande maestro dzog-chen Dilgo Khyentse Rinpoche: “Bisogna imparare a considerare la vita di ogni giorno come un mandala in cui si occupa la posizione centrale, ed essere liberi dai preconcetti creati dai condizionamenti del passato, dai desideri del presente e dalle paure/speranze sul futuro. Le componenti del mandala sono cose, persone e situazioni della propria esperienza quotidiana, che si muovono nella grande danza dell’universo intero: il simbolismo attraverso cui gli esseri illuminati ci rivelano il profondo significato assoluto. Perciò sii spontaneo e naturale, lasciati guidare e impara da ogni cosa…Tutti gli aspetti di ogni fenomeno sono caratterizzati dalla chiarezza, dalla luminosità. Tutto l’universo è aperto e non ostruito, ogni cosa pervade tutte le altre e ne è pervasa. Quando si vedono tutte le cose nella loro nudità, con chiarezza e libertà dalle oscurazioni, non c’e’ nulla da raggiungere o realizzare.”
Il viaggiare nel mandala interiore che è in noi, che è noi, tramite metodologie creatrici attinte dal cuore di tradizioni quali il buddismo tibetano ma altresì la mistica occidentale, le psicologie transpersonali e la forza evocatrice della parola poetica apre all’esperienza di un radicale rivolgimento, ad un’umile ma insostituibile partecipazione all’evoluzione della coscienza collettiva dell’umanità. Un salvifico e salutare – ancora la salus come inscindibilmente salute e salvezza dalla disgregazione delle forme e delle forze – cambiamento di paradigma nella concezione di noi stessi e della nostra relazione con l’universo. Sapersi non più un “io” separato dal cuore-spirito aperto allo spazio dell’unità vivente, un ego padrone di un corpo ridotto a protesi-oggetto dalla voracità del desiderio e volto al possesso di un mondo concepito e trasformato in materiale di consumo in(de)finito.
Ma, al contrario, in un rovesciamento totale di prospettiva, lasciar essere il corpo quale trasparenza, risonanza silente – senza pretese ed attese – agli elementi dell’esperienza che divengono così sensazione pura, nuda percezione di energia liberata riportata a dilatarsi nello spazio attraverso una mente in gioioso distacco. Tutto ricondotto all’Uno e nell’Uno vivente una danza di perenne nascita e dissoluzione, ricreazione incessante nella Gioia.
fonte articolo
http://www.aamterranuova.it/Terra-Nuova-dei-lettori/Il-mandala-interiore-guarigione-come-atto-poetico